Maestri

Itosu Yasutsune (Ankō) 糸洲安恒 (1830–1916)

Soprannominato “la mano santa dello Shuri-te” oppure “il pugno sacro” (Kensei 拳聖), Itosu Ankō fu una delle figure più influenti nella transizione del Karate da arte di combattimento riservata a pochi iniziati a metodo educativo e sportivo per le masse. Insieme a Higaonna Kanryō, suo contemporaneo e amico, rappresenta uno dei pilastri fondamentali nella trasformazione del Tōde 唐手 (la “mano cinese”) nell’odierno Karate-dō 空手道 (“via della mano vuota”).

Nacque nel 1830 (o secondo alcune fonti nel 1832) nel villaggio di Yamakawa, a Shuri, nell’isola di Okinawa. Proveniente da una famiglia di samurai, ricevette un’educazione molto rigida e strutturata. All’età di 16 anni fu introdotto da Matsumura Sōkon, maestro di grande prestigio e guardia del re di Ryūkyū, dal quale apprese i fondamenti dello Shuri-te 首里手, oltre a elementi di kenjutsu 剣術, in particolare lo stile Jigen-ryū 示現流 della famiglia Shimazu del clan Satsuma (Kyūshū).

Oltre alla sua formazione marziale, Itosu si distinse come fine intellettuale: studiò a fondo sia il cinese classico che il giapponese, divenendo un ponte tra le due culture. Per molti anni fu segretario alla corte del re Shō Tai fino alla dissoluzione della monarchia di Ryūkyū nel 1879, quando Okinawa fu annessa formalmente al Giappone sotto il governo Meiji.

Durante la sua lunga carriera marziale, Itosu studiò anche con altri maestri importanti, tra cui Shiroma (Gusukuma) di Tomari, Nakahara (da cui apprese il kata Chintō) e un misterioso maestro di nome Yasuri, forse cinese o okinawense, che avrebbe avuto legami con il leggendario Iwah.

Solo intorno al 1885, all’età di oltre 50 anni, Itosu iniziò a insegnare pubblicamente ciò che aveva appreso. Da quel momento si dedicò totalmente all’insegnamento del Karate, guadagnandosi un’eccezionale reputazione non solo per la sua abilità tecnica ma anche per il suo carisma e la sua figura leggendaria. Descritto come un uomo imponente, dalla corporatura massiccia (“tondo come una botte di birra”), era noto per la forza incredibile delle sue braccia e per una presa di mano proverbiale. Eppure il suo volto da “eterno bambino” trasmetteva una calma serena e innocente, che gli valse l’affetto e la fiducia dei suoi allievi.

Numerosi aneddoti, leggende e racconti popolari circondano la figura di Itosu. Uno dei più noti riguarda un incontro nel 1905, quando, ormai settantenne, accettò la sfida di un giovane campione giapponese di Jūdō 柔道 che aveva appena sconfitto un karateka di Okinawa. Itosu, preoccupato per l’onore della sua arte, lo mise a terra con un solo colpo al plesso solare, accompagnato da un potente kiai 気合, lasciando sbigottiti tutti i presenti.

Itosu fu anche un grande pedagogo e riformatore. Fu il primo a introdurre ufficialmente il Karate nelle scuole pubbliche: nel 1901, riuscì a far accettare il suo stile all’interno del programma di educazione fisica della scuola primaria Shuri Jinjo, con il sostegno delle autorità locali. Per rendere il Karate più accessibile ai giovani, adattò e semplificò alcune forme tradizionali, dando vita a cinque nuovi kata chiamati Pinan 平安, creati traendo ispirazione dal kata Kūshankū 公相君. I kata Pinan erano pensati per l’insegnamento di massa: strutturati, semplici da apprendere e più ginnici rispetto ai kata antichi, eliminavano gli elementi più pericolosi e ritualistici per favorire un approccio educativo e atletico.

Questa trasformazione fu dettata dalla volontà di Itosu di preservare l’essenza dell’arte marziale in un’epoca moderna che tendeva a rifiutare le pratiche tradizionali. Abbandonando elementi simbolici come le mani a “sciabola” tipiche del Tōde e adottando movimenti a pugno chiuso simili alla boxe occidentale, Itosu rese il Karate più accettabile nel contesto scolastico giapponese del tempo.

Nel 1908, scrisse una celebre lettera al Dipartimento dell’Educazione di Okinawa, in cui perorava l’introduzione sistematica del Karate nelle scuole come metodo per irrobustire il corpo e lo spirito della gioventù giapponese. Questo documento è oggi considerato una pietra miliare nella storia del Karate.

Nonostante la sua influenza, Itosu fu criticato da molti esperti contemporanei. Alcuni suoi allievi come Yabu Kentsū e Hanashiro Chōmō, pur rispettandolo profondamente, rifiutarono alcune delle sue innovazioni. In particolare, non accettarono i nuovi kata Pinan né le versioni modificate dei kata Naihanchi 内歩進, che Itosu aveva diviso in tre parti per facilitarne l’apprendimento. Secondo loro, queste modifiche avevano fatto perdere al Karate le sue vere chiavi interpretative marziali (bunkai 分解), riducendolo a semplice esercizio ginnico.

Il contrasto tra la tradizione guerriera e l’approccio educativo e modernizzato si fece sentire fino alla fine della vita di Itosu, e si ripeté successivamente anche per il suo allievo più famoso, Funakoshi Gichin 船越 義珍, quando portò il Karate nel Giappone continentale.

Nonostante le critiche, l’influenza di Itosu è incalcolabile. Il suo insegnamento ha dato origine a un’impressionante genealogia di maestri e stili:
tra i suoi allievi diretti si ricordano:

  • Funakoshi Gichin (fondatore dello Shōtōkan 松濤館)
  • Chibana Chōshin (fondatore dello Kobayashi Shōrin-ryū 小林少林流)
  • Mabuni Kenwa (fondatore dello Shitō-ryū 糸東流)
  • Motobu Chōki, Yabu Kentsū, Hanashiro Chōmō, Tokuda Anbun, Yabiku Moden, Kyan Chōtoku, Toyama Kanken e altri.

Lo stile più fedele all’insegnamento originario di Itosu è considerato lo Shōrin-ryū 小林流 di Chibana Chōshin, mentre altri stili — come lo Shitō-ryū, lo Shōtōkan e il Wadō-ryū 和道流 — hanno evoluto le sue tecniche e concetti in forme nuove.

Itosu Ankō fu il ponte tra la tradizione e la modernità. Con la sua opera instancabile di codificazione e pedagogia, traghettò l’arte antica dei Ryūkyū verso il mondo contemporaneo. Grazie a lui, il Karate divenne accessibile a tutti e si diffuse prima nel Giappone e poi nel mondo intero. È per questo che molti lo considerano il “padre del Karate moderno”.

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