La Trasmissione dell’Arte del Combattimento Cinese
Il villaggio di Kume ha svolto un ruolo centrale nella conservazione e nella trasmissione dell’arte del combattimento cinese a Okinawa. Per cinque secoli, i cinesi insediati a Kume praticano le arti marziali, ma è solo dopo il 1830 che queste conoscenze diventano accessibili alla popolazione locale. Con l’avvento della dominazione giapponese e il progressivo declino dell’autonomia culturale cinese, Kume perde il suo ruolo di centro privilegiato. Molti cinesi rientrano in patria, mentre altri si integrano con la società okinawese. Questa trasformazione porta a una maggiore apertura culturale verso gli abitanti dell’isola, anche per quanto riguarda la trasmissione delle arti marziali.
Un esempio emblematico di questa apertura è rappresentato da Kanryō Higaonna, nato a Naha nel 1852. Inizia il suo percorso formativo sotto la guida di un praticante del villaggio di Kume e, successivamente, si reca in Cina per approfondire le arti del combattimento. Vi rimane quindici anni, studiando soprattutto nella città di Fuzhou, nel sud della Cina. Al suo ritorno a Okinawa, fonda una scuola che prenderà il nome di Naha-te, una delle tre grandi scuole marziali dell’isola.
Il suo allievo più celebre, Chōjun Miyagi, seguirà lo stesso percorso. Dopo aver studiato in Cina, Miyagi sviluppa ulteriormente il sistema trasmessogli da Higaonna, fondando lo stile Gōjū-ryū (letteralmente: “stile duro-morbido”), che diventerà uno dei più importanti nel panorama del karate moderno. Il Gōjū-ryū conserva numerose caratteristiche della tradizione cinese, in particolare della scuola del sud.
L’eredità delle arti cinesi si manifesta con forza sia nella tradizione del villaggio di Kume sia nel lavoro di rielaborazione e sistematizzazione compiuto da Kanryō Higaonna. Alla fine del XIX secolo, la denominazione comune “Naha-te” conferma l’unicità di questa corrente, che si distingue per la fedeltà alla tradizione cinese. Ancora oggi, molti elementi del Gōjū-ryū rivelano profonde affinità con le arti marziali praticate nel sud della Cina.
Tuttavia, la questione dell’esistenza di tecniche autoctone di combattimento a Okinawa prima dell’influenza cinese rimane aperta. Non esistono prove conclusive né a favore né contro. È certo, però, che i contributi dei cinesi di Kume e l’opera di maestri come Higaonna abbiano permesso la trasmissione e lo sviluppo coerente dell’arte marziale cinese sull’isola.
Le origini dello Shuri-te e del Tomari-te risultano più oscure. A differenza della dominazione giapponese, imposta con la forza dal clan Satsuma, la presenza cinese era stata accolta con il consenso delle autorità locali, in funzione soprattutto commerciale. Dopo l’invasione giapponese, la società okinawese subisce una graduale trasformazione, con l’aristocrazia che perde i privilegi e si mescola con il resto della popolazione. In questo contesto, la pratica delle arti marziali assume un carattere riservato e quasi esoterico, tramandata come un privilegio piuttosto che come una necessità.
Un nome fondamentale nella storia del karate è quello di Kanga Sakugawa (1782–1865). Le informazioni sulla sua vita sono frammentarie, affidate più alla tradizione orale che a documenti storici. È certo, però, che Sakugawa abbia avuto un ruolo cruciale nell’introduzione di elementi della scuola del Nord della Cina, probabilmente dopo i suoi viaggi a Pechino. Fino a quel momento, i praticanti di Okinawa avevano frequentato principalmente la Cina meridionale, in particolare Fuzhou.
Secondo alcune cronache, Sakugawa si sarebbe recato in Cina per tre volte, e nell’ultimo viaggio avrebbe portato con sé un giovane allievo, Sōkon Matsumura. Durante questo soggiorno, Sakugawa si sarebbe ammalato e sarebbe morto a Pechino, dove sarebbe stato sepolto. Non esistono documenti certi a confermare questi eventi.
Con Sōkon Matsumura, il karate assume una forma più sistematica e definita. Ogni indagine sulle origini dello Shuri-te conduce inevitabilmente a lui. È molto probabile che sia stato allievo di Sakugawa e che abbia studiato anche con un maestro cinese noto come Iwa.
L’innovazione di Matsumura consiste nell’aver unificato tre influenze principali:
- Le tecniche tradizionali del Te autoctono;
- L’arte della spada giapponese, in particolare la Jigen-ryū, scuola tipica dei Satsuma;
- Le arti marziali cinesi, con particolare attenzione alla scuola del Nord.
Oltre a questo, Matsumura si distingue per la sua capacità didattica e per aver formato numerosi allievi, tra cui:
- Ankō Asato
- Ankō Itosu
- Kentsū Yabu
- Chōmō Kiyan
Questi maestri contribuiranno in modo decisivo allo sviluppo delle diverse scuole di karate sull’isola. In particolare, Ankō Itosu avvierà una riforma fondamentale, introducendo il karate nelle scuole pubbliche e traghettandolo verso la forma più moderna e accessibile che conosciamo oggi.